C’è un detto che a me piace molto e in cui credo davvero, vola solo chi osa farlo.
Ma la volatilità che intendo io in ambito finanziario, però, non riguarda gli ornitologi né i coraggiosi.
Sai che cos’è?
Niente di spaventoso, anzi. È un parametro che serve a dare un’idea generale del rischio insito in un titolo azionario, in un indice di Borsa o comunque in uno strumento finanziario. È come quando vai dal medico e ti dice che hai il colesterolo alto. Il problema non è il colesterolo in sé, ma quanto ce l’hai sopra la media!
Ma della volatilità te ne parlo nel dettaglio un po’ più avanti.
Prevedere l’andamento di un investimento è pressoché impossibile, le variabili in gioco sono troppe ed i mercati assolutamente imprevedibili.
SETTEMBRE, CHE MESE STRANO
Settembre è da sempre il mese volatile per eccellenza, nemmeno i titoli tecnologici americani, campioni di performance durante la pandemia, sono riusciti a fare eccezione.
Il su e giù dei mercati può indubbiamente suscitare qualche fastidio e far affiorare qualche domanda anche agli investitori più esperti, che si chiedono soprattutto quanto stiano rischiando.
Vi ricordate il periodo della pandemia? Alcuni urlavano al “non ci riprenderemo più, vendiamo tutto, almeno salveremo il salvabile.” Hai voglia a dire “no, state fermi, mantenete il vostro orizzonte temporale!”, quegli investitori ragionavano con la pancia.
E invece, come ogni volta, i mercati hanno storicamente sempre recuperato dopo ogni crisi. Per quanto settembre ci abbia portato un po’ di volatilità nei mercati, tutte le perdite portate dalla pandemia di marzo sono state ampiamente recuperate.
Ma veniamo alla domanda più importante, vi leggo nel pensiero!
LA VOLATILITÀ DEI MERCATI SI PUÒ CALCOLARE?
Sì. Esistono dei sistemi per calcolare la volatilità e per individuare gli strumenti finanziari più ballerini, contrapposti a quelli che invece offrono maggior riparo.
Sono numerosi gli indicatori per calcolare il concetto di volatilità, primo tra tutti la downside volatility che ha come scopo quello di comprendere di quanto possa oscillare al ribasso in futuro un determinato strumento di investimento.
La volatilità, per chi ha una maggiore confidenza con alcuni concetti di matematica, viene espressa con un indicatore noto come deviazione standard.
Quante parolone, lo so! Ma continuate a seguirmi, sono concetti importanti.
DOWNSIDE VOLATILITY, COS’È E A COSA SERVE
Se noi analizziamo uno strumento finanziario e la sua storia passata, siamo in grado di stabilire con certezza quali siano le sue maggiori oscillazioni al ribasso o al rialzo di un determinato titolo o fondo o mercato. Il valore che noi consideriamo è ovviamente frutto di un calcolo probabilistico che ci fa vedere in media la perdita massima che un determinato strumento raggiunge per la maggior parte delle volte, ma anche la salita massima che in media lo stesso strumento raggiunge.
Ogni volta che quello stesso strumento supera la soglia massima di perdita che in media raggiunge, siamo di fronte alla downside volatility: è proprio questo il rischio reale di un investimento.
È tutto più chiaro?
Per essere ancora più comprensibile, ti faccio un esempio.
Prendi il Titolo X. In un mese perde in media 16 volte intorno al 10%, 6 volte intorno al 5% ed il resto tra l’1 ed il 3%. Le altre volte rimane più o meno positivo.
Per capirci, il 10% è la deviazione standard, il 18% è la downside volatility. Il vero rischio è proprio quest’ultimo indicatore, che esprime quanto uno strumento di investimento si scosti rispetto alla sua media, valore che peraltro spesso ha anche maggiori difficoltà di recupero e richiede tempi più lunghi.
Questo indicatore è molto utile per prendere le misure ad uno strumento di investimento, ovviamente non è certo la stessa cosa ottenere in 20% di rendimento con uno strumento a volatilità 35% rispetto ad uno strumento con volatilità 10%, il rischio del primo è molto più elevato.
Siamo arrivati al cuore della faccenda. Come agire?
Il segreto è identificare quegli strumenti che riescono a dare performance migliori con una volatilità più bassa: analizzare il passato non è ovviamente una certezza ma consente di farsi un’idea del tipo di investimento che abbiamo in mano.
C’è un altro aspetto da tenere in considerazione negli investimenti: la necessità di diversificare il proprio portafoglio. Difatti il concetto di Volatilità è strettamente legato a quello di diversificazione.
È evidente che due strumenti finanziari, se appartenenti a settori diversi, siano tra di loro poco correlati. Un’azione legata al cibo, tipo Mac Donald’s, di sicuro è slegata da un’azione di settore tecnologico, come può essere Apple. Pertanto se il mondo tecnologico perde, magari per una contrazione dei consumi, Apple avrà una perdita superiore e Mac Donald’s perderà molto meno e potrebbe non perdere affatto.
Questo come ti avvantaggia? Se nel tuo portafoglio esistono entrambi i titoli, il portafoglio è meno rischioso e la volatilità del portafoglio è più bassa: una maggiore diversificazione rende più basso il rischio di un portafoglio.
Difficilmente siamo in grado di dire cosa accadrà in futuro, possiamo solo avanzare delle ipotesi, ma senza alcuna certezza perché nessuno ha la palla di cristallo, ed il grado di diversificazione e decongelazione del nostro portafoglio gioca un ruolo sicuramente determinante.
SORGE SPONTANEO DOMANDARSI QUALE SIA IL GIUSTO MODO PER INVESTIRE
Ovviamente comprare a sconto ha un gran valore: ne sono un esempio gli investitori che subito dopo le perdite che hanno caratterizzato il mese di marzo sono entrati nei mercati a prezzi molto bassi, con risultati ovviamente molto importanti.
Non solo. Si può sfruttare la volatilità per approfittare delle oscillazioni al ribasso dei mercati e incrementare l’importo dei nostri investimenti, pagando gli strumenti finanziari a un prezzo molto più basso, andando a mediare il prezzo di acquisto. È evidente che questo ci permette di partire avvantaggiati al momento della ripresa e permette di ottenere risultati di livello nel tempo.
Sostanzialmente i mercati tendono a generare valore nel tempo, pertanto nessun momento è completamente sbagliato per investire.
Gli investimenti possono essere fatti anche sempre, purché lo si faccia con metodo, diversificando e ponendosi un orizzonte temporale di medio/ lungo periodo, utilizzando poi strategie di acquisto che mirino a mediare alti e bassi di mercato.
Per affrontare la volatilità è necessario utilizzare un approccio razionale e sistematico, ci possiamo avvalere poi di raffinati algoritmi matematici che attraverso strategie automatizzate permettono un ingresso graduale nei mercati globali, riconoscendo i momenti più favorevoli per entrare.
Ricorda: la volatilità non è un aspetto negativo del mercato, ma una sua componente che è necessario utilizzare più possibile a vantaggio dell’Investitore. Scegli sempre un bravo consulente che sappia consigliarti e istruirti sui meccanismi del mondo finanziario.
E ora…. Sei pronto a volare? Osa, osa!