Negli ultimi tempi, sempre più spesso tanti miei clienti imprenditori mi chiedono chiarimenti sul mondo dei Certificati.

È un argomento sicuramente poco conosciuto non solo da molti clienti, ma anche da svariati consulenti. Recentemente mi sono trovata di fronte a un episodio in cui proprio alcuni consulenti considerati blasonati non se la sono sentita di introdurre i Certificati nel portafoglio di un cliente. Questo perché anche tra i professionisti del settore vi è scarsa conoscenza e diffidenza nei confronti dei Certificati, per quanto in alcuni casi possano essere uno strumento ideale per il proprio cliente. 

Ho deciso pertanto di mettere a disposizione di tutti gli imprenditori che mi seguono un approfondimento su questi strumenti proprio per far comprendere la loro utilità nell’ambito di un’adeguata strategia di investimento, nel contesto di un portafoglio ben strutturato all’interno di un servizio di consulenza. 

Li sconsiglio, invece, come strumento d’investimento a sé stante, in quanto esistono altri strumenti più idonei a questo scopo e con minor rischio. In questo caso, se il tuo consulente te li propone, non sta facendo il tuo interesse, ma il suo personale e della sua Banca. 

È indispensabile allontanarsi da tutti quei consulenti che li propongono come semplice strumento di investimento, senza finalità e senza strategia: non è sicuramente questo l’uso adeguato dei Certificati.

Se vuoi saperne di più o hai quesiti da pormi, lascia il tuo commento in fondo all’articolo, contattami per email o chiamami: sarò felice di poter rispondere alle tue domande!

In primo luogo sono dell’opinione che, se non si è esperti di finanza, sia necessario affidarsi ad un Consulente competente prima di entrare nel mondo complesso dei Certificati. 

I punti da affrontare parlando di questo argomento sono molti e cercherò di presentarli nel modo più semplice possibile attraverso vari articoli settimanali. 

Affronterò i seguenti punti:

  1. che cosa sono i Certificati
  2. chi li emette
  3. quando e per quali motivi si utilizzano
  4. a chi sono rivolti
  5. per chi non sono assolutamente adatti
  6. le false credenze su di essi
  7. liquidità e liquidabilità
  8. fiscalità
  9. volatilità
  10. quanto costa
  11. individuazione del prezzo del certificato
  12. concetto di Multiplo 
  13. mercato primario e secondario

Partiamo dai primi tre punti!

1) Che cos’è un Certificato?

È un contratto stipulato con un’Emittente bancaria (in questo simile ad un’obbligazione) e, come tale, ha delle regole prestabilite fin dal momento in cui nasce.
Essendo un contratto predeterminato, già al momento della sua nascita siamo in grado di prestabilire che cosa ci possiamo aspettare da esso in determinati scenari in maniera piuttosto precisa. 

Ha una sola incognita: il prezzo che farà sul mercato secondario subito dopo il collocamento che vedremo in seguito come si crea. Per il resto, tutti gli altri fattori sono noti. 

La Consob, nel 2014, lo ha delineato come uno strumento complesso: per quanto possa proteggere il capitale non può essere sottoscritto da chiunque, ma solo da chi ha le caratteristiche economico/finanziarie e di rischio per poterlo acquistare.

Attenzione, complesso non significa complicato!

Non è niente che non possa essere compreso da un addetto ai lavori o da un esperto di finanza. I Certificati sono uno strumento a volte criticato solo perché conosciuto marginalmente, non certo perché negativi di per sé: l’uso che si fa dei Certificati ne determina il loro valore se non usati nella maniera giusta, con le persone giuste e per le motivazioni adeguate. 

Se equamente utilizzati non hanno tutti i rischi che ci vengono raccontati, vengono associati al concetto di derivati e non comprendendone il collegamento vengono considerati altrettanto rischiosi: in realtà sono altra cosa e devono essere solo correttamente interpretati e studiati.

2) Chi emette i Certificati e come si creano? 

I Certificati sono strumenti di debito, esattamente come un’obbligazione, ma sono titoli al portatore, non nominativi, pertanto non sono materializzabili: non è possibile stampare un cartaceo che li rappresenti. Vengono emessi dalle Banche e il loro valore dipende dall’andamento di una determinata attività finanziaria detta sottostante. Sono titoli derivativi, derivano il loro valore da quello del sottostante prestabilito al momento dell’emissione ed è per questo che vengono assimilati ai derivati. 

Un certificato che ha come sottostante un paniere di obbligazioni, definito basket, fa capo ad un Emittente bancario ed è sottoposto al Rischio Emittente esattamente come un’obbligazione. 

La Banca emittente non fa altro che scambiarsi delle Opzioni al di fuori dei mercati regolamentati (Put e Call), lo fa al di fuori dei mercati regolamentati (il cosiddetto mercato OTC) e va così a creare una strategia che è quella insita nel corpo del certificato stesso e che si rileva dal prospetto informativo. 

Lo strumento viene emesso per diverse decine di milioni di Euro, cifre importanti ovviamente, poi viene cartolarizzato (cioè incorporato nell’ambito di uno strumento negoziabile), impacchettato e frazionato per permettere ai risparmiatori di acquistarlo nelle quantità volute. 

Lo strumento viene creato per decine di milioni di Euro, cifre piuttosto importanti, poi cartolarizzato (ovvero incorporato in uno strumento negoziabile), impacchettato e frazionato per permettere ai risparmiatori di acquistarlo per le quantità volute.

Di fatto, chi compra un Certificato non fa altro che acquistare una strategia in opzioni.

Sono le opzioni contenute all’interno dello strumento che poi decidono le cedole future, o le coperture, non certo la Banca. Quando una banca decide di costruire un certificato è al momento dell’Emissione che decide l’entità del suo guadagno. L’andamento successivo del certificato è poi indipendente dal guadagno della Banca, prestabilito quando il Certificato nasce.
Le banche tendono a proporre il Certificato in sottoscrizione, pertanto a commissioni piene, non dopo sul mercato secondario: è li che la banca percepisce le commissioni piene e di conseguenza il Consulente che te lo propone. 

3) quando si utilizzano i certificati? 

I certificati hanno il vantaggio di poter essere utilizzati a tutela del capitale dell’investitore, di guadagnare anche in caso di ribasso del sottostante o di avere un rendimento minimo al verificarsi di determinate circostanza grazie alla combinazione di opzioni che lo compongono. 

Per questo sono considerati strumenti finanziari flessibili, che permettono all’Investitore di adattarsi al variare degli scenari di mercato ed alle diverse esigenze di Portafoglio. 

Quand’è, invece, che non è opportuno acquistarli?

TE NE PARLERÒ NEL PROSSIMO ARTICOLO, CONTINUA A SEGUIRMI

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