Essere positivi o vedere il bicchiere mezzo vuoto.
Proteggersi, mantenere lo status quo ed evitare le perdite a tutti i costi da un lato; massimizzare il vantaggio, riconoscendo la presenza inevitabile delle battute d’arresto lungo il percorso dall’altro.
Il primo approccio di sicuro sa allontanare il fallimento. Ma è il secondo a garantire il successo. E nell’ambiente di mercato odierno, la differenza tra i due approcci determina la scarna sopravvivenza alla recessione o la possibilità di uscirne arricchiti, in ogni senso.
Qualche esempio?
Evitare il fallimento significa vendere le azioni o sospendere i contributi quando il mercato scende per paura di avere eventuali perdite aggiuntive.
Oppure rinunciare agli immobili perché il loro valore sta diminuendo.
O, ancora, evitare il fallimento è non rinunciare al proprio lavoro per cercare qualcosa di più stimolante e creativo, perché i tempi sono duri.
Raggiungere il successo, invece, significa riequilibrare il proprio budget e liberare denaro per l’investimento.
Significa riconoscere che gli immobili hanno un prezzo diverso, perché è nella legge del mercato questo movimento.
Oppure significa rifiutarsi di perdere tempo in un lavoro che non soddisfa e fare un salto nel vuoto per poter fare un salto in avanti.
La realtà economica, per quanto si voglia far finta di niente, raggiungerà chiunque e, purtroppo, la recessione può solo accelerare il momento del confronto. L’opzione migliore è provare a cavalcare l’onda, non farsi spaventare e mantenersi fedeli ai modelli di business scelti.
Se si è imprenditori, attualmente il mercato potrebbe non rispondere come in precedenza: ma non è un motivo sufficiente per gettare la spugna. A ogni momento negativo ne consegue sempre uno positivo. Anche se si è dipendenti vale lo stesso discorso.
Voler evitare il fallimento è sacrosanto e del tutto ovvio; ma è importante non fermarsi a questo. Il successo parte da una ferma volontà, e solamente dopo è comprensibile una strategia altamente conservativa.
Vi è la stessa differenza tra vivere e sopravvivere. Tu da che parte stai?