Hai un dubbio. Vai su Google. E cosa succede? La risposta la trovi SEMPRE…anzi LE risposte… talvolta TROPPE risposte! Quale sarà quella giusta? Quale la migliore per me?

Questo fenomeno è detto INFORMATION OVERLOAD: si tratta di un sovraccarico informativo, che con l’avvento del web, dei motori di ricerca, social ecc. ha “contaminato” tutti i settori.

Ma facciamo un esempio banale per immaginare meglio lo scenario. Mi viene voglia di cercare un paio di stivali su Internet. Appena vado su un motore di ricerca, trovo prima tutti gli annunci a pagamento; e quelli li guardo ma consapevole che sono sponsorizzati e non è quindi detto sia il top per me; quindi vado oltre. E apro prima un sito. Poi l’altro. Poi un altro ancora. Ne trovo uno dove gli stivali sembrano davvero carini ma con prezzo troppo basso. Allora non mi fido: ci sarà sotto qualcosa. Altro sito: belle scarpe, prezzo giusto per essere su Internet…belle queste, quest’altre…quelle nella seconda pagina…tantissime, tutte simili e carine. Troppe. Sono indecisa. Alla fine? Dopo un’ora di navigazione, chiudo tutto, non compro nulla perché non so quale scegliere e non sono sicura di quali siano le migliori per me.

Vi è mai capitato? Perché succede questo?

Se è vero che da un lato la tecnologia ci aiuta e rende molto semplice la fruizione di informazioni di ogni genere (basta un click!), dall’altro la risposta crea un sovraccarico informativo tale da eccedere la capacità dell’utente di elaborarla. Si apre un motore di ricerca, si scrive l’argomento di interesse, e la risposta che troviamo è un elenco che sembra quasi infinito, il cui ordine non è detto che parta dal migliore per quello che noi realmente cerchiamo; talvolta la risposta che cerchiamo è in terza, quarta pagina, che noi probabilmente non apriremo mai.

Da un lato dunque la società ipertecnologica che viviamo crea per le Aziende ma anche per i privati un pozzetto di informazioni che sono considerate “Oro”. Prima per avere dati di questo tipo ci poteva volere settimane di ricerche e magari anche sondaggi costosi per recepire flussi informativi così complessi. Dall’altro crea confusione dell’informazione sull’utente, che ha comunque una capacità di recepire informazioni limitata, per limiti cognitivi fisiologici dell’uomo.

Tale situazione creerà nella persona un senso di INSICUREZZA, che lo porterà a fare SCELTE e prendere decisioni soddisfacenti ma magari NON OTTIMALI per lui. Tale incertezza genera POVERTÀ DI ATTENZIONE dovuta ai troppi input, fino ad arrivare al c.d. BLOCCO DECISIONALE, dovuto alla difficoltà circa la verifica della qualità e veridicità di informazioni in possesso.

Cosa implica questo per il tuo Business?

L’ Information Overload ha importanti implicazioni per le Aziende e rappresenta la principale sfida per i professionisti di Marketing. I consumatori sono esposti ogni giorno ad una quantità di stimoli pubblicitari infinita per cui di fatto presentano una sempre minore attenzione alle comunicazioni dei Brand. La grande quantità di alternative rende per loro difficile la scelta, allungando moltissimo il tempo decisionale, e talvolta arrivando anche ad una riduzione di scelte di acquisto, come nell’esempio che vi ho fatto sopra.

Questo comporta uno sforzo sempre maggiore da parte delle aziende di tutti i settori, per riuscire a catturare l’attenzione del consumatore. Chi vince dunque oggi sono quelle aziende che riescono a trovare il sistema di contrastare più possibile questo fenomeno e pertanto riescono a rendere più semplice il processo decisionale.

Il mettere a confronto più prodotti o marchi aiuta moltissimo il consumatore, la creazione di apposite schede dove vengano messi in risalto vantaggi o svantaggi di un articolo o di un servizio, prestabilendo in base a quali criteri viene fatta la valutazione, presentando un’informazione ben strutturata e facilmente fruibile, che faciliti così il processo decisionale.

L’ Information Overload impatta anche sulle scelte di Investimento?

La risposta è: ASSOLUTAMENTE SI. Ogni scelta di investimento come ogni altra scelta passa da una fase esplorativa iniziale, di raccolta e esamina di informazioni, ad una poi decisionale.

In questo settore più che in altri, trattandosi di mole di dati e di numeri molto ampia da elaborare, la differenza la fa molto il modo in cui queste informazioni vengono presentate: una presentazione chiara ed ordinata ispira infatti più fiducia di una sommaria e disorganizzata. L’investitore allora rischia di scegliere male, solo in finzione di come vengono presentati ed illustrati gli investimenti.

In questo caso l’Abito fa il Monaco!

Un altro fattore fondamentale è l’influenza che le Informazioni hanno sulla sfera emozionale dell’Investitore. Basti pensare a frasi come “Euforia delle Borse”, “Depressione dei Mercati”, disillusione sulla politica Economica seguita” o “ottimismo degli Investitori”, che hanno un impatto importante sulle scelte dei risparmiatori. Allarmismi e presagi di notizie pessimistiche in campo economico creano una sorta di terrorismo psicologico, e portano spesso gli investitori ad assumere una serie di comportamenti controproducenti per loro, rischiando così ingenti perdite.

Vediamo alcuni esempi di comportamenti molto comuni, ma sbagliati, di un investitore:

  • la paura di perdere un’importante occasione dinnanzi ad una notizia positiva porta ad acquistare quando i prezzi sono già alti – pertanto tende a salire in un treno in corsa quando parte del viaggio ormai è già stato compiuto, pagando però il biglietto per intero;
  • Dinnanzi al verificarsi di una perdita spesso vuole subito rifarsi, ed in funzione di questo, rischia di fare peggio. Spesso si mantiene ostinatamente all’interno di una posizione in perdita, nella speranza che prima o poi risalga, perdendo così la possibilità di investire in altro che invece ha un andamento prettamente positivo;
  • Nella stessa ottica si tiene in portafoglio qualcosa che va male, nella paura che al momento in cui si vende la posizione, questa ricominci a salire.

Cosa bisogna sapere allora?

  1. Un investimento che va male capita a tutti… anche al miglior esperto di settore!
  2. Evitare dubbi e rimpianti!! Spesso dopo la chiusura della posizione si continua a controllare il titolo e ad ascoltare i rumors sullo stesso come non lo si fosse venduto, calcolando i potenziali guadagni fatti rimanendo dentro. Atteggiamento sconsigliato e poco produttivo! Ogni decisione di vendita viene fatta sulla base di informazioni presenti in quel momento, quindi non ha senso valutare tale scelta fatta al tempo X, quando i mercati ormai al tempo X+1 sono stati successivamente influenzati da informazioni economico-finanziarie che prima non avevamo.
  3. NO all’ Effetto Panico: ricorrenti notizie negative sull’andamento dei mercati fanno mettere subito in discussione le scelte di investimento fatte, considerando la vendita immediata di determinati asset, generando spesso perdite e comunque limitando così le capacità di guadagno e di ottenere risultati nei propri investimenti nel corso del tempo.
  4. NO all’ Effetto Euforia: Come detto sopra appunto, notizie positive e dati in salita generano acquisti ai prezzi massimi di un titolo. Questo comporta che tale Investimento, ormai già ai suoi massimi, non potrà generare profitti, ma anzi, talvolta, comporta nel medio lungo termine delle possibili perdite.

Questi e tanti altri errori possono essere ridotti o evitati se ci si affida ad una figura di riferimento che sia specializzata e competente. Esattamente come si fa dal dottore, quando ci si affida a lui per una cura, senza andare a leggere tutte le possibili cure alternative presenti nel mondo e tutte le controindicazioni dei farmaci.

Queste considerazioni ci devono portare ad una importante conclusione: le troppe notizie portano spesso ad errore, confusione e cattiva interpretazione delle stesse in tutti i campi. E’ necessario pertanto essere sicuri di essere supportati da qualcuno che abbia la sufficiente esperienza e capacità di analisi per selezionare le notizie giuste. Infine per investire è fondamentale essere molto Razionali ed affidarsi alla Logica, senza farsi influenzare da fattori puramente emotivi che nulla hanno a che vedere con la Logica Economica.