IL MERCATO AZIONARIO A FINE ANNO
Dopo un mese di ottobre notevolmente deludente, novembre ha preso il via con la registrazione della settimana più positiva per i mercati azionari. Nonostante le persistenti preoccupazioni legate all’inflazione, ai tassi di interesse e alla crisi in Medio Oriente, quale sarà il quadro prospettico per la conclusione dell’anno?
Come navigare tra i mercati azionari e obbligazionari?
Nelle recenti settimane, i dati economici hanno evidenziato un indebolimento nei settori industriale e dei servizi, accompagnato da una decelerazione dei salari dei lavoratori. Pur rappresentando segnali negativi per la crescita economica, questi eventi sono stati interpretati positivamente dai mercati. Se l’economia rallenta, sembra non essere necessario implementare ulteriori aumenti dei tassi d’interesse a causa di un’inflazione che è già in diminuzione, sia in Europa che negli Stati Uniti.
Negli ultimi due anni, i mercati hanno mostrato una maggiore attenzione alle politiche delle Banche Centrali rispetto alle vicende geopolitiche. Tuttavia, recentemente, l’atteggiamento dei banchieri si è gradualmente distolto da una posizione ostile verso i mercati. Jerome Powell ha dichiarato di avvertire la necessità di bilanciare l’andamento dell’inflazione con la situazione economica, che presenta segnali sempre più evidenti di una possibile recessione.
Concludiamo quindi l’anno con un cambiamento nell’atteggiamento delle Banche Centrali, anche se la situazione rimane incerta e l’inflazione si mantiene al di sotto dell’obiettivo del 2%.
Nonostante ciò, i tassi potrebbero rimanere elevati per un periodo prolungato. Il quarto trimestre dell’anno solitamente presenta dati positivi per i mercati azionari, e la situazione delineata dovrebbe contribuire a questo trend. Entriamo in un periodo storicamente favorevole per i mercati, sebbene si collochi in un contesto fortemente negativo per quanto riguarda la crescita economica.
GLI INVESTIMENTI
Considerando quanto detto, come affrontare gli investimenti nell’ultima parte dell’anno?
La prima raccomandazione è quella di evitare decisioni rischiose che possano modificare la strategia di investimento adottata. Mantenere la fedeltà alle scelte già effettuate.
In un certo senso, le notizie negative sul fronte della crescita sono ben accolte se contribuiscono a frenare l’azione delle Banche Centrali. Tuttavia, un rallentamento eccessivo potrebbe alterare l’umore dei mercati, rappresentando un ostacolo al possibile Rally di fine anno.
Per quanto riguarda il settore obbligazionario, nonostante sembri concluso il ciclo di aumento dei tassi, non possiamo ignorare il livello di debito pubblico e il deficit finanziario degli Stati Uniti.
Il Tesoro USA emette un considerevole volume di Titoli di Stato per finanziare la spesa pubblica. Queste nuove emissioni arrivano proprio quando la domanda degli investitori sta diminuendo, rendendo necessario un aumento dei tassi per garantire il successo dei collocamenti, il che naturalmente fa salire i tassi e abbassa i prezzi delle obbligazioni. L’instabilità che ha caratterizzato il mercato nei mesi di settembre e ottobre è strettamente collegata a queste dinamiche.
La volatilità nel settore obbligazionario potrebbe persistere, ma due fattori vanno considerati: le Banche Centrali non gradiscono forti aumenti nei rendimenti dei titoli di Stato, e attualmente le obbligazioni sono meno vulnerabili ai rialzi dei tassi di interesse, presentando un rischio asimmetrico.
LA SOLUZIONE? DIVERSIFICARE
Questo è dunque il momento propizio per valutare un incremento della componente obbligazionaria nei portafogli. In questo contesto, la diversificazione e l’equilibrato bilanciamento tra azionario e obbligazionario rimangono fondamentali. Il 2023 ha già mostrato una crescita nel mercato azionario e un ulteriore calo nei prezzi del settore obbligazionario.
In conclusione, il successo degli investimenti si basa sull’attesa, sulla costanza e sulla disciplina.
L’orizzonte temporale dimostra che, nonostante le azioni siano il luogo ideale per ottenere performance nel lungo periodo, è essenziale considerare un periodo mai inferiore a 5 anni.