Scendono i costi, sì, ma molto lentamente. L’Esma, l’autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, conferma che per alcuni prodotti di investimento retail i costi elevati rappresentano un elemento importante quando si vanno ad analizzare i ritorni dell’investimento stesso. Ancor più oggi, durante un periodo di elevata incertezza dove anche l’inflazione ci mette lo zampino.

Chi investe si trova in un contesto incerto, con inflazione alta e performance di mercato tendenzialmente basse. I costi elevati di alcuni investimenti, specialmente per gli investitori al dettaglio, preoccupano: la disponibilità di prodotti convenienti e strutturati è un elemento fondamentale per incoraggiare una maggiore partecipazione nel mondo finanziario.

L’Italia, inoltre, si mantiene fanalino di coda a livello europeo nella classifica dei costi degli investimenti. I paesi con livelli di costo più bassi sono Olanda e Svezia, mentre i livelli più alti di costo sono stati conteggiati in Austria, Italia e Lussemburgo.

La differenza di prezzo dei fondi azionari è considerevole tra i vari paesi: si va infatti dall’1% per Olanda e Svezia al 2% circa per Italia e Lussemburgo. L’ltalia ha il primato rispetto alla percentuale di fondi che hanno applicato commissioni di performance nel 2021.

Se andiamo a fare un confronto tra fondi attivi ed Etf, vedremo quanto i primi siano più costosi dei fondi passivi e degli Etf e la loro performance netta è stata in media inferiore rispetto a quella degli Etf. Su un orizzonte di 5 anni (2017-2021) i costi annui di un fondo Ucits sono dell’1,7% nell’azionario rispetto allo 0,42% degli Etf. Le performance nette, invece, sono del 9,9% annuo per i fondi attivi rispetto all’11,9% degli Etf azionari. 

Nel concreto, ipotizzando un investimento di 10.000 euro, su 10 anni (2012-2021) i costi saranno complessivamente 3.000 euro, mentre il valore netto dell’investimento 18.500 euro. È importante attenzionare l’utilità complessiva che gli investitori possono trarre dai prodotti di investimento, ovvero il loro rapporto qualità-prezzo. L’efficienza dei costi e la qualità del prodotto determinano i risultati di chi investe.

C’è poi la variabile inflazione, volata in alto soprattutto nel corso del 2022, che va a pesare sui rendimenti effettivi. 

Tornando all’esempio di poco fa da 10.000 euro, oltre ai 3.000 euro di costi pagati, si aggiungono 2.000 euro persi a causa dell’inflazione e il valore netto di tale investimento dopo 10 anni va a scendere a 16.500 €.

E i fondi ESG? Gli investimenti guidati dai criteri ESG (Environmental, Social and Governance) risultano più economici rispetto ai loro omologhi non ESG. Le loro performance sono varie: da un lato i fondi ESG azionari e misti hanno sovraperformato i loro omologhi non ESG, dall’altro la performance dei fondi obbligazionari ESG è stata inferiore a quella dei fondi obbligazionari non ESG.