L’ATTUALE SITUAZIONE CINESE
La situazione economica della Cina attraversa attualmente una fase critica, suscitando preoccupazioni che alcuni considerano indicative dell’inizio di un’era di stagnazione. La realtà è che l’economia cinese sembra non essere più in grado di mantenere i tassi di crescita impressionanti degli anni passati. Di conseguenza, si prospetta una crescita futura più modesta, stimata tra il 3% e il 4%, con implicazioni significative sia dal punto di vista economico che politico. Queste considerazioni si basano sia sull’evoluzione a lungo termine della Cina, sia sui dati di crescita del 2022 e dei primi mesi del 2023.
Deflazione, ovvero il calo del livello generale dei prezzi opposto all’inflazione ma combinata a una crescita debole, è la diagnosi preoccupante che torna a insidiare le aspettative di ripresa del Paese.
L’anno scorso la Cina ha registrato una crescita del 3%, il valore più basso dallo scoppio della pandemia, escludendo l’anno di tale evento. Il 2020 aveva visto un unico valore positivo tra le principali economie mondiali, con una crescita del PIL del 2,2%. Il calo del 2022 è principalmente attribuibile alla diffusione delle varianti del Covid-19, che ha portato il governo cinese ad imporre rigorose misure di lockdown in primavera e in autunno. Nel tentativo di stimolare i consumi, il governo ha abolito improvvisamente le restrizioni a dicembre 2022. Eppure tale sforzo non ha prodotto la prevista ripresa economica, con i dati del primo semestre del 2023 al di sotto delle aspettative. La crescita del PIL cinese è stata del 5,5% nei primi sei mesi, composta da un +4,5% nel primo trimestre e un +6,3% nel secondo. Va notato che questi dati devono essere interpretati considerando la base di confronto molto bassa della primavera 2022, caratterizzata da lockdown.
Le proiezioni di crescita per il 2023 sono in costante diminuzione, con stime comprese tra il 4,5% e il 5%, a fronte delle previsioni iniziali superiori al 5,5%. Per il 2024, la forbice scende tra il 4% e il 4,5%.
I MOTIVI DEL RALLENTAMENTO
Per comprendere le ragioni di questo rallentamento, è essenziale analizzare la storia e la struttura dell’economia cinese. L’economia della Repubblica popolare si basa principalmente su consumi, esportazioni e investimenti, concentrati soprattutto nei settori immobiliare, manifatturiero e delle infrastrutture. Nel corso degli anni, la politica economica cinese ha seguito diverse fasi, spaziando dall’export negli anni ’80-’90, all’espansione degli investimenti post-crisi finanziaria globale del 2008, fino al focus sui consumi e sulla qualità della produzione dal 2014. Nel 2020, con la Strategia della doppia circolazione, la Cina ha cercato di bilanciare l’interdipendenza economica interna ed esterna.
Il rallentamento attuale è attribuito a problemi strutturali, tra cui l’indebitamento e la sovracapacità produttiva nei settori delle costruzioni e delle infrastrutture. Nel tentativo di affrontare tali sfide, la Cina ha introdotto la “Nuova normalità” nel 2014, puntando sulla qualità piuttosto che sulla quantità di crescita economica. Nel 2020, con la Strategia della doppia circolazione, la Cina ha cercato di rendere l’economia più resiliente agli shock esterni, potenziando la domanda interna.
La transizione verso i consumi annunciata nel 2014 non ha completamente sostituito il modello precedente, mantenendo un equilibrio tra investimenti, esportazioni e consumi. La politica economica post-Covid ha evidenziato la sfida di risolvere problemi strutturali senza compromettere il tasso di crescita. La riduzione dell’indebitamento e la regolamentazione del settore immobiliare hanno portato a una crisi, con il caso di Evergrande nel 2021.
Il dibattito sulla causa del rallentamento cinese si divide tra chi vede la mancanza di libertà come un ostacolo allo sviluppo economico e chi individua gli squilibri strutturali come causa principale.
IL FUTURO
La Cina sembra ora affrontare una svolta economica, con l’impossibilità di superare gli Stati Uniti e la necessità di affrontare riforme cruciali per evitare la stagnazione. Mentre alcune voci suggeriscono un cambio di regime verso la democrazia e la libertà d’impresa, altri insistono sulla necessità di riallocare risorse alle famiglie e ridurre il sostegno all’export per stimolare i consumi interni.
In conclusione, la Cina si trova di fronte a una fase di rallentamento strutturale che richiede riforme cruciali per garantire la crescita futura. Le opzioni di politica economica sono limitate dagli impegni passati e dal contesto internazionale. La Cina sta cercando di rafforzare la sua capacità di innovazione e industrializzazione nei settori avanzati, riducendo la dipendenza dall’estero. A livello interno, deve superare le resistenze politiche per avviare riforme che potenzino i consumatori, puntando sulla crescita futura.