Diversificare correttamente l’esposizione azionaria di un portafoglio può essere un bel rompicapo. L’obiettivo è quello di ricercare rendimenti sostenibili e più stabili nel tempo evitando di concentrare l’esposizione sui vincenti del passato che a volte sono i perdenti del futuro.
I LIVELLI DI DIVERSIFICAZIONE
Di seguito i principali livelli di diversificazione:
1) DIVERSIFICAZIONE GEOGRAFICA
Il mondo finanziario ed economico è caratterizzato da un elevato grado di interconnessione e globalizzazione. Tuttavia, le diverse aree geografiche possono attraversare cicli economici non perfettamente sincronizzati o possono essere soggette a fenomeni specifici di un singolo paese, come recessioni, espansioni, conflitti territoriali o domanda particolare di prodotti tipici o materie prime. Di conseguenza, non è raro che le azioni di due diverse aree geografiche si muovano in direzioni diverse o in modo non simultaneo e con diversa intensità.
Si crede che investire in un indice globale sia la scelta più ragionevole perché ci espone all’intero mercato mondiale, permettendoci di possedere tutte le aree geografiche contemporaneamente. Tuttavia, negli ultimi 25 anni, il peso degli Stati Uniti nell’indice globale è passato dal 35% al circa 70%, rendendo la composizione dell’indice fortemente sbilanciata verso l’America e contribuendo solo per il 15% alla produzione globale misurata dal PIL. Escludendo gli Stati Uniti, l’Europa rappresenta circa il 50% dell’universo investibile, quindi aggiungendo l’Europa possiamo bilanciare in modo più adeguato i pesi azionari nel portafoglio e ridurre il rischio di cambio.
Le economie emergenti mostrano tassi di crescita più elevati rispetto ai paesi avanzati. Il favorevole trend demografico, lo sviluppo della classe media e maggiori investimenti in infrastrutture ed istruzione contribuiscono in modo significativo alla loro crescita. Spesso queste economie hanno cicli economici non sincronizzati con quelli dell’Occidente, quindi investendo in esse possiamo stabilizzare i rendimenti nel medio termine.
2) DIVERSIFICAZIONE FATTORIALE
I fattori di investimento sono caratteristiche specifiche che influenzano il rendimento di un gruppo di titoli nel tempo. Ad esempio, il fattore “VALUE” identifica le aziende che sono sottovalutate rispetto al loro reale valore di mercato. Il fattore “SIZE” si riferisce alle dimensioni delle aziende in base al valore del loro patrimonio. Le aziende di piccole dimensioni spesso hanno un potenziale di crescita maggiore rispetto alle grandi aziende, ma sono anche più rischiose a causa della loro sensibilità al rallentamento del ciclo economico. Il fattore “MOMENTUM” cerca di individuare le azioni che mostrano un forte slancio al rialzo. Questo fattore è influenzato dall’effetto gregge, in cui gli investitori sono attratti dai risultati passati. Questo vale anche durante i periodi di ribasso dei mercati.
3) DIVERSIFICAZIONE SETTORIALE
La diversificazione per settori comprende investire in diverse aree come banche, lusso, energia, tecnologia, eccetera. Se si investe a livello globale, si coprono tutti i settori. Tuttavia, ci sono settori in cui vale la pena concentrarsi, come il settore della tecnologia. Siamo tutti affascinati dalle performance passate di questo settore e in un mondo dominato dal progresso tecnologico sembra improbabile che non possa avere un potenziale elevato anche in futuro. Tuttavia, attualmente il settore tecnologico rappresenta già il 20% dell’indice mondiale, e un ulteriore 10% si avvicina a un’ipotesi rischiosa.
LE REGOLE GENERALI
Una corretta diversificazione non può limitarsi alla componente azionaria, ma deve considerare anche altri elementi. Non possiamo predire il futuro dei mercati e non sappiamo se ci sarà una rotazione tra aree geografiche.
Una corretta diversificazione è l’unico modo per proteggersi dall’incertezza e migliorare l’efficienza del portafoglio. Di conseguenza, l’universo globale dovrebbe costituire la parte principale dell’esposizione azionaria, a cui si possono aggiungere componenti accessorie.
Un esempio:
60% azionario globale
10% momentum
10% small cap value
10% azionario paesi emergenti
10% immobiliare
Ribilanciamento annuale
Il vero motore del rendimento di un portafoglio è rappresentato dalle azioni, con opportuni abbinamenti più prudenti durante fasi di mercato turbolente. I rendimenti devono essere sostenibili nel tempo, poiché ciò che ha reso in passato potrebbe deludere in futuro. Una maggiore diversificazione rende i rendimenti del portafoglio più sostenibili e duraturi.