Come ci racconta con ottimismo e ironia Francesco Vidotto, come è possibile che noi italiani si regali bellezza e si acquisti petrolio? Se ci preoccupassimo del diritto d’autore, saremmo il paese più ricco del pianeta.

Con il terribile conflitto che da oltre un mese è alle porte dell’Europa, le materie prime stanno schizzando alle stelle, come abbiamo visto anche sulla nostra pelle. 

In tivù e sui giornali si parla ora di autonomia energetica, di acquistare l’elettricità chissà dove… Quando noi italiani, a guardar bene, dovremmo preoccuparci solo del diritto d’autore! 

Non esportiamo nel mondo gas e petrolio, ma esportiamo pressoché tutto il resto. La maggior parte degli oggetti di uso quotidiano nel mondo sono nati nel nostro paese.

Abbiamo inventato qualsiasi cosa, dal telefono di Meucci alla radio di Guglielmo Marconi, il motore a scoppio di Bersanti, la Jacuzzi, il microchip. Non tralasciamo le invenzioni in ambito musicale: il pianoforte e il violino, tanto per iniziare, appartengono all’Italia.

Il sismografo, il cambio della bicicletta, la campana – l’ha inventata Paolino di Nola, ancora l’elicottero e la Vespa, e cosa dire del cono gelato? 

Oggi parliamo tanto di energia e di centrali nucleari, ma chi le ha inventate? Enrico Fermi! Un italiano anche lui. Anche i cavi dell’alta tensione li ha inventati un italiano, la prospettiva è del Brunelleschi e persino i coriandoli per festeggiare il carnevale sono di un compatriota. 

Il salvagente, i jeans – che sembrano di un patrimonio americano, eppure sono stati creati a Genova, nel 1500 -, il paracadute, la pistola a tamburo, il cannocchiale di Galileo, la cultura e l’arte, l’università – la prima università del mondo è quella di Bologna, 1088, tutto è di origine italiana. E il caffè? È ovviamente italiano! La pizza, la pasta… Potremmo andare avanti con l’elenco ancora a lungo.

Per questo viene da dire che dovremmo occuparci del diritto d’autore! Per ogni caffè che beve una persona sul pianeta, per ogni pizza che viene gustata sarebbe bello che l’Italia ricevesse una royalty.

Noi non andiamo a pescare le materie prima sottoterra, le nostre materie prime le peschiamo dentro di noi, la nostra bellezza è infinita.
Dovremmo però cercare di venderla: è impensabile regalare bellezza e genialità e importare petrolio.

Voglio credere che non ci sia troppo da preoccuparsi. Appena la genialità italiana si risveglierà ricominceremo a esportare cose eccezionali in tutto il mondo. Noi non conosciamo la crisi, l’indole Italiana resiste e s’ingegna: basta imparare a essere un pelo più furbi e, anziché regalare, sarebbe bene farsele pagare!

Bellezza sconfinata di persone, paesaggi e genialità. Questa è l’Italia.