LA SITUAZIONE ECONOMICA DI FINE ANNO
Babbo Natale sta già portando regali agli investitori!
Quest’anno il tradizionale “rally di Natale” ha sorpreso i mercati, avviandosi già a novembre anziché a dicembre. L’indice S&P 500, considerato un indicatore globale dell’azionario, ha registrato un aumento dell’8,5% tra la chiusura del 31 ottobre e il 27 novembre.
Ciò è stato influenzato da diversi fattori positivi. Le aspettative di un possibile termine dell’incremento dei tassi di interesse da parte delle principali banche centrali, come la Federal Reserve e la BCE, hanno contribuito a migliorare il sentiment del mercato. Nonostante le dichiarazioni delle banche centrali sull’idea di mantenere i tassi più elevati per un periodo prolungato, l’annuncio di mantenere i tassi stabili da parte della Fed a novembre ha spinto l’S&P 500 a guadagnare oltre il 7%.
Ulteriori elementi positivi includono segnali di distensione geopolitica, come la tregua tra Israele e Hamas e l’incontro tra il presidente USA Joe Biden e il leader cinese Xi Jinping. I dati economici di ottobre, con indici dei prezzi al consumo e alla produzione inferiori al consenso, insieme a risultati trimestrali solidi e revisioni degli utili più positive del previsto, hanno contribuito al miglioramento delle prospettive di mercato.
L’incremento dei volumi ha portato alla cosiddetta “FOMO” (Fear of Missing Out), accelerando ulteriormente il rally. Inoltre, la stagionalità positiva e la prospettiva di una fine d’anno solida, soprattutto negli Stati Uniti, in vista delle elezioni presidenziali del 2024, hanno contribuito al clima positivo.
COS’È IL RALLY DI NATALE
Il “Santa Claus Rally,” coniato da Yale Hirsch nel 1972, si riferisce agli ultimi cinque giorni di contrattazione dell’anno vecchio e ai primi due del nuovo. Questo fenomeno si attribuisce al bilanciamento dei portafogli da parte dei gestori dei fondi e all’aumento delle vendite delle aziende durante le festività. Statisticamente, l’indice S&P 500 ha registrato un mese di dicembre positivo per il 74% delle volte dal 1950 a oggi, con un rialzo medio dell’1,33% durante il “Santa Claus Rally.
Dal 1950 a oggi ci sono stati solamente sei anni in cui il cosiddetto “Babbo Natale” non ha fatto la sua comparsa sui mercati: in cinque di questi sei casi, il mese successivo di gennaio è risultato debole, mentre solo una volta l’anno nuovo si è concluso su un terreno nettamente positivo. Per parafrasare le parole di Yale Hirsch: “Se Babbo Natale dovesse mancare l’appuntamento, gli orsi potrebbero affacciarsi a Broad and Wall”. In altre parole, se Babbo Natale non fa sentire la sua presenza, c’è il rischio che si manifestino trend ribassisti nei mercati finanziari. Tuttavia, va notato che questa associazione non costituisce una scienza esatta.
NON DIMENTICHIAMO I RISCHI
Nonostante la positività, è importante notare che le previsioni basate su queste tendenze stagionali e statistiche possono comportare rischi.
I cambiamenti di direzione nei mercati finanziari possono verificarsi in modo repentino e imprevedibile. Cercare di sfruttare il “rally di Santa Claus” o qualsiasi altro tentativo di predire con precisione i tempi di mercato, come nel noto concetto di “market timing”, comporta notevoli rischi. Questo è particolarmente vero per coloro che non sono trader di professione.
La scelta migliore rimane quella di rimanere investiti, concentrandosi sugli obiettivi di lungo periodo per massimizzare i benefici durante le fasi di recupero.