Buongiorno!
Continua la mia avventura come ospite del programma Spunti e Spuntini di Teletruria, la toscanissima rete televisiva. Guarda subito la puntata!
Oggi parliamo di una questione annosa.
Quando ci avviciniamo al mondo degli investimenti finanziari, le spese possono essere anche numerose ed incidere in modo significativo sul rendimento effettivo del portafoglio. Il costo viene definito nascosto quando la commissione da pagare non è così evidente e trasparente in modo da invogliare maggiormente le persone ad investire su quel particolare strumento.
Non è raro che vengano date indicazioni sui costi particolarmente favorevoli con poi accanto una serie di asterischi che rimandano in fondo alla pagina dove invece vengono spiegati in caratteri molto piccoli le restrizioni a tali condizioni. Nella maggior parte dei casi i vantaggi indicati sono difficili da ottenere ed i costi reali sono ben più alti di quelli pubblicizzati a grandi caratteri.
Le commissioni nascoste all’interno dell’investimento a sua volta possono essere visibili solo all’interno del contratto, con un documento di diverse diecine di pagine e con l’uso di un linguaggio complesso. I costi devono essere comunque tutti riportati o si tratterebbe di un illecito denunciabile alla Consob.
In Europa le Banche devono rispettare le normative Mifid Due stabilite dall’ESMA, alle quali in Italia si affiancano anche quelle di Consob e Banca D’Italia.
MA QUALI SONO I PRINCIPALI COSTI DI INVESTIMENTO?
Quando investiamo su un prodotto finanziario possono essere previsti diversi costi:
- Costi di sottoscrizione nel caso di Fondi di Investimento o Polizze;
- Commissioni di gestione sempre relative a Fondi o Polizze, ed anche nel caso di Gestioni Patrimoniali;
- Commissioni di uscita o penali in alcuni fondi o Polizze;
- Costi di negoziazione nella compravendita di titoli;
- Costi fissi;
- Tasse e bolli.
Mentre i costi di sottoscrizione vengono sostenuti al momento dell’acquisto di uno strumento, le commissioni di gestione sono quelle acquisite nel durante, in maniera costante per mantenere in essere e monitorare lo strumento stesso, e di solito sono anche la parte più elevata.
Banche ed Intermediari Finanziari a volte possono adottare strategie di Comunicazione poco trasparenti e poco chiare, per riconoscere i costi nascosti bisogna prendere in esame una serie di strategie:
- È importante leggere il contratto relativo all’investimento prendendosi tutto il tempo necessario; qualora il Contratto sia troppo consistente per numero di pagine ed anche complicato, è necessario farsi spiegare dettagliatamente dal Consulente il suo contenuto e riepilogare in maniera semplice i costi;
- NON CONFONDIAMO: ogni Operatore deve percepire il giusto compenso per il suo lavoro, alziamo le ANTENNE SE IL SERVIZIO SEMBRA GRATUITO PERCHE’ nessuno lavora Gratis. Allo stesso tempo non pretendiamo un servizio ad un costo troppo risicato perché ne deriverebbe trascuratezza e poca presenza.
- I costi devono essere subito illustrati con precisione, meglio se addebitati direttamente nel conto corrente ed in maniera ben visibile in modo da poter compiere scelte consapevoli. Un approccio differente è segno di scarsa professionalità e trasparenza, sia da parte della Banca che del Consulente o da parte di entrambi.
Quando parliamo di costi bancari ricordiamoci poi che gli Strumenti a fronte dei quali paghiamo non sono tutti uguali, a esempio per quanto riguarda i fondi di investimento la caratteristica principale che li DISTINGUE È LO STILE DI GESTIONE. Nei fondi a “Gestione Attiva” il gestore cerca, grazie alla propria abilità di ottenere un rendimento superiore rispetto a quello del mercato di riferimento, lo scopo del fondo è quindi quello di guadagnare di più del mercato di borsa o perdere di meno. È evidente che se ci riesce abbiamo speso bene i nostri soldi, mentre se guadagna meno del mercato o perde di più sicuramente quel fondo non è da considerarsi efficiente.
Nel caso di “Gestione Passiva” è molto più semplice, in quanto basta replicare la composizione dei titoli contenuti nell’Indice di borsa ed il risultato del fondo sarà quello della Borsa stessa.
Se fondo fa peggio del mercato evidentemente quel prodotto non è più conveniente, battere il mercato tutti gli anni ed in maniera continuativa nel tempo non è una cosa semplice, con la differenza che continueranno a correre anche le commissioni di gestione che a volte sono anche nell’ordine del 3%. E’ per questo motivo che se il gestore non è particolarmente abile sono da preferire gli Etf, gli stessi non faranno mai meglio dell’indice, ma a fronte di commissioni di gestione abbastanza contenute, spesso nell’ordine dello 0,15 0,20.
Nel valutare l’abilità di un gestore possiamo valutare solo i rendimenti storici, che non sono garanzia di investimenti futuri ma almeno ci dicono se negli anni passati è stato fatto un buon lavoro. Le informazioni per trovare tutte le spiegazioni su quel fondo le troviamo sul KIID, sia per il rischio, sia per il rendimento, sia per i costi.
LA SOLUZIONE
Un’ottima soluzione per ovviare al problema dei costi degli Investimenti finanziari è quello di cercare un adeguato servizio di Consulenza. In questo caso il Professionista a cui ti rivolgi individuerà una percentuale di costi rapportata alla quantità e qualità del Portafoglio personalizzato che con lui andrai a costruire nel tempo ed alla complessità dell’operatività.
In questo caso il Consulente cercherà per la tua Consulenza gli strumenti migliori per qualità rispetto al costo ed anche più efficienti. Eviterai anche il problema del Conflitto di Interessi che è il problema principale nella Vendita di tanti prodotti bancari nel Banker di riferimento che ha un budget predefinito assegnato dalla Banca per cui lavora. La Consulenza vera è propria non è ancora così diffusa all’interno delle strutture bancarie che sono ancora portate a lavorare nella maniera tradizionale, con la tendenza ad occultare i costi, ma è il futuro e prenderà sempre più campo, dando spazio al fatto che si debba pagare il servizio, le competenze e non il prodotto di turno.
Ovviamente il dipendente di Banca non può essere totalmente indipendente nei consigli che fornisce ai clienti che possono essere in conflitto tra gli interessi della Banca e quelli dei clienti. Spesso trattasi di prodotti più costosi ed inefficienti ma spesso purtroppo il successo professionale è avanti rispetto al dare il giusto valore e le giuste soluzioni al cliente.
L’unica soluzione per ridurre veramente i costi diretti è il fai da te, ma ovviamente presuppone delle competenze, diversamente comporta anche importanti perdite, non è semplice gestire un portafoglio in autonomia, richiede formazione ed esperienza. Nella maggior parte dei casi rivolgersi al Consulente è la soluzione più economica perché evita perdite e rischi eccessivi.
Un bravo Consulente nel tempo si paga assolutamente da solo. Non deve essere una persona che garantisce performance anche perché nessuno è in grado di farlo e non in maniera continuativa, ma un risolutore di problemi e deve farlo con costi assolutamente trasparenti.