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Ci sono dei decenni in cui non accade nulla.

E poi delle settimane in cui accadono decenni.

V. Lenin

Citare oggi la frase di un politico russo può risultare provocatoria, eppure esprime esattamente quello che sta succedendo oggi: in pochi giorni abbiamo raggiunto tra Russia e Ucraina una situazione che ricorda pericolosamente quella vissuta a fine degli anni Trenta.

Per quanto noi si sia ancora lontani dalla guerra, almeno geograficamente, è inutile negare di avere paura. Una paura che ci porta a reazioni emotive e istintive che, in ambito finanziario, ci possono portare a decisioni controproducenti per ottenere i risultati desiderati quando abbiamo iniziato il nostro investimento.

Vi ricordate l’immagine qui sopra? L’abbiamo vista per la prima volta due anni fa, durante l’inizio della pandemia: esprimeva il sentimento vigente sui mercati in quel preciso momento; e come due anni fa, anche oggi l’indice Fear & Greed (Paura e Avidità) ha virato tutto a sinistra, sul rosso della paura (Extreme Fear).

Le notizie degli ultimi giorni, l’aggravarsi dei bombardamenti e l’assedio della capitale ucraina, i rischi nucleari hanno ulteriormente spaventato gli investitori europei.

Ma, come ormai sapete, la paura non è affatto una buona consigliera. Per quanto sia ovvio che leggere ogni giorno i giornali e sapere che le quotazioni continuano a scendere metta a dura prova la resistenza di ognuno, è indispensabile ricordarsi che il vero alleato degli investimenti è il tempo. 

In un portafoglio diversificato (azioni internazionali e di settori diversi, obbligazioni di paesi in via di sviluppo e non, aziendali, in varie valute), l’impatto delle crisi geopolitiche è sì importante, ma assolutamente recuperabile.

Perché? Perché, rimanendo fedeli al proprio orizzonte temporale di investimento, il tempo riesce a mitigare le oscillazioni rendendo meno volatili gli investimenti via via che il tempo passa. Un esempio? Dopo Pearl Harbor, i mercati sono sprofondati ma hanno recuperato tutto in soli 12 mesi. Un andamento simile si è registrato dopo tutti i grandi scossoni geopolitici degli ultimi decenni.

Ci sono investitori che chiedono: “non è meglio uscire ora dal mercato e rientrare alla fine della guerra, quando sarà possibile comprare a prezzi più bassi?”

Teoricamente è possibile. Nella realtà è davvero improbabile riuscire ad azzeccare il timing giusto. Spesso nemmeno i professionisti del settore riescono a farlo: i giorni migliori sono così imprevedibili che basta saltarne alcuni per vedere abbassare sensibilmente il risultato finale. 

E ricordate: se siete attanagliati dai dubbi, non esitate a chiamarmi. Perché è solo nei momenti di grande ribasso che è possibile cogliere enormi possibilità!