Eccoci arrivati a un altro articolo di approfondimento sul mondo dei Certificati.

Prima di iniziare, però, ci tengo a ringraziare nuovamente tutte le persone che mi stanno contattando per farmi ulteriori domande sui Certificati e il loro utilizzo effettivo.

Se anche tu vuoi saperne di più o hai quesiti da pormi, lascia il tuo commento in fondo all’articolo, contattami per email o chiamami: sarò felice di poterti rispondere!

Nel corso delle settimane sto affrontando i seguenti punti:

  1. che cosa sono i Certificati
  2. chi li emette
  3. quando e per quali motivi si utilizzano
  4. a chi sono rivolti
  5. per chi non sono assolutamente adatti
  6. le false credenze su di essi
  7. liquidità e liquidabilità
  8. fiscalità
  9. volatilità
  10. quanto costa
  11. individuazione del prezzo del Certificato
  12. concetto di Multiplo
  13. mercato primario e secondario

Oggi ci concentreremo sugli ultimi punti!


9. Iniziamo dal concetto di VOLATILITÀ.

La volatilità nei certificati misura le oscillazioni di prezzo del sottostante e non è costante nel tempo.

  • Per chi acquista certificati senza barriere che determinano i rendimenti e senza cap, l’aumento della volatilità rappresenta un valore per il certificato stesso in quanto in questo specifico caso l’investitore ha acquistato pura volatilità.
  • La presenza delle barriere nel certificato ha invece l’effetto contrario, se aumenta la volatilità aumenta anche la probabilità di toccare le barriere e quindi di perdere la protezione prevista al momento dell’emissione.

Quando la volatilità è a livelli record, come è successo a marzo, il prezzo dei certificati con barriera scende molto più di quello del sottostante di riferimento, pertanto in queste occasioni si creano opportunità di medio periodo molto importanti.

10. COSTO DEL CERTIFICATO

I certificati derivano il proprio valore, QUINDI IL LORO COSTO, da un’attività finanziaria sottostante che può essere di natura azionaria, obbligazionaria, monetaria o una materia prima.

Il sottostante può essere singolo oppure costituito da un paniere che prende il nome di basket.

  • I basket possono presentare L’opzione “Worst of”: il risultato dipende dal peggiore tra i componenti del sottostante. Il costo di questa opzione è meno elevato, pertanto questo tipo di certificati è utilizzato largamente in quanto prospetta maggiori rendimenti potenziali.
  • I basket poi possono essere “Best of”, dove invece il risultato dipende dal migliore tra i vari componenti. Questa opzione è molto costosa, sono pochi i certificati con questa caratteristica e nei casi in cui viene proposta i rendimenti dei certificati sono molto più bassi. Se esiste una maggiore correlazione tra i vari elementi del sottostante, questa contribuisce ad incrementare il valore dei certificati Worst of.

11. INDIVIDUAZIONE DEL PREZZO (STRIKE PRICE) E RENDIMENTO

L’emissione di un Certificato avviene solamente dopo che è stato determinato un valore da considerarsi imprescindibile ai fini del calcolo del rendimento finale a scadenza.

Tale prezzo è denominato STRIKE PRICE.

Tecnicamente lo strike price rappresenta il prezzo di acquisto di un’opzione, pertanto nel certificato è il prezzo iniziale del suo sottostante da cui dipende il prezzo del certificato stesso. Tale prezzo è prestabilito nella data strike e rappresenta anche il prezzo di chiusura ufficiale del sottostante.


Dal valore dello strike price poi vengono fissati i livelli delle barriere, i cap e così via.

DA RICORDARE è che una volta fissati lo strike price iniziale, le barriere, cap e autocallable, questi non potranno mai essere cambiati per tutta la vita del certificato, salvo operazioni straordinarie sul capitale inerenti alle azioni che possono essere indicate nel sottostante stesso. Quindi un aumento di capitale, la scissione o il raggruppamento di azioni comportano una rettifica dei valori del certificato, non lo stacco di un dividendo che è un’operazione ordinaria e non straordinaria.

12. CONCETTO DI MULTIPLO

Il multiplo è necessario per individuare il rapporto tra certificato e sottostante: permette di individuare la quantità di sottostante controllata da un certificato.


Per ricavarlo bisogna solo dividere il valore nominale del certificato per il valore iniziale del sottostante.

13. MERCATO PRIMARIO E SECONDARIO

Il mercato primario è quello in cui l’emittente stabilisce che è possibile cominciare ad effettuare la sottoscrizione di un certificato e quindi ha inizio il periodo di collocamento. Nel mercato primario l’emittente indica i soggetti preposti al collocamento dei certificati e, a fronte di questo, è prevista una remunerazione. La commissione di collocamento rappresenta un costo per l’investitore definita implicita in quanto insita nel prezzo finale a cui viene emesso il certificato.

Successivamente al collocamento e per garantirne la liquidità viene poi richiesta l’ammissione alle negoziazioni del certificato stesso nel mercato secondario.

I mercati secondari principali sono il Sedex di Borsa Italiana ed il Cert-X di EuroTLX.


Grazie per avermi accompagnato in questo percorso di approfondimento sui Certificati.

Se avrai voglia di condividere con me le tue riflessioni, vorrai darmi un parere o farmi una domanda, potrai farlo commentando direttamente qui sotto, proprio in fondo alla pagina!

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